Follow4follow the protagonistz: Cello, Clava, Fisto, Cobram

 

C’è un buco nel treno riempito di neon e aglianico rosso. C’è un buco anche nel culo del Clava che sarebbe il caso di chiudere.

La testa pesante di vite rossa e crollare tra i fogli gialli del vangelo.

 

 

I Peloritani vivono di boschi d’ansia e pareti nere.

“Non ci arriverete mai” – come sempre.

Sotto la porta dell’orso: dmt e aborigeni. Odori di resina e legna bagnata. E’ sabato e si chiudono gli occhi.

Ieri la vedevi allungarsi come il dorso scheletrico di una balena e le gobbe di un serpente che insegue a sud la bocca di fuoco.

“Ma qua abbiamo Nibali e chissà cosa farà quest’anno, s’è portato il fratello e mo’ pure il cuggino, tutto in famigghja” – dice colla zazzera bionda e un occhio di paglia azzurra con mezza gamba già dentro l’ape di frutta e verdura”

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Ci metti poco a credere che è proprio l’Ararat, che quello ci si è sbattuto contro come a uno scoglio nella tempesta.

Noi no però. E’ più come una boa, vero? Una boa e noi per sentieri ci sbattono come cojoni in una 110 ostacoli senza mutande.

Intanto le pecore tagliano la strada creando fotogrammi di luce al tramonto.

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Gesùnostrosignore ci mette alla prova come fecero con lui nel deserto.

“Magari comparisse la Morte fuori la vetrina del bar!” sembrano dirsi.

Che frascate d’acqua.

“Te l’ho detto Clava che ci facevano il culo anche questa volta”

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Il rifugio Brunech è proprio un rifugio per ossa sbriciolate e sguardi folli.

Il garzone passa la sera ad asciugare i crucchi che allora scappano di sopra e tutti sentono letti cigolare ma pensano che sia la droga… Già, sarà la droga.

I boschi zuppi di aghifoglie usati come aspersori dalla tramontana che mügia.

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“E’ grandine. Dopo delegua” “T’ho di’ de no!” Non sarà mai boccato fuori dal Brunech… Taglia tutto a mezzacosta. (c)Lava e licheni. Vacche magre e bianche in taglio sul cielo nero.

Le persone sono i mejo gps.

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Floresta è già grigio dei Nebrodi. Sarebbe meglio dire nero. Alla prima svolta precipiti solo per scontrarti con la proprietà privata di recinzioni e cani rabbiosi, il mare è fatiscenze anni ’60 e litorale murato in malinconie da “fino alla fine”.

Ricordiamoci che le scorciatoie su gugolmapz sono il porco**o.

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Oggi no. Involtini di uomini e torsi nudi. Involtini di melanzane. “Diop***o sono quasi vegano con la testa”. Tindari è rosa.

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Non si riesce nemmeno a ************ per paura di sporcarla, falsificare. Solo da lontano forse, se muovi sbagli.

“Ecco, tipo stamattina, vengo giù… (ah no prima ciulo la mia morosa…) vengo giù, caffé, giornale, pani câ meusa…”

“Panellas are yummy”

“Fuckin diliscewz”

“Idyll-liscewz”

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L’ora solare viene e porta il buio. La birra sa di champions league.

Ma quando sei nell’onda del ritmo negro e brutale non dovrebbe essere illegale?

Ci sono i contorni morbidi che spingono via caldi e pronti ad aprirsi come il mar rosso.

“Ciao Gesù, ‘n se vèda. Va’ che te se ‘n bel mùstru!”

 

 

Stavolta ciccia, stravastafava.

 

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