Words by Fisto / Pictures by Cello

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Siamo tornati tra le montagne, ci sono venti gradi, piove e passa una macchina ogni dieci minuti. Ho nella testa il rimbombo dei due giorni passati tra Roma e Napoli.

Per prima cosa vorrei ringraziare Alexei, cioè la persona che sta dietro alla figura mitologica di Lone Wolf. Grazie anche ad Angela e Marzia che ci hanno ospitato e a tutti gli altri per la compagnia.

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L’inferno brucia ed è senza fine…

Venerdì sera scendiamo a Roma in treno, bevendo birra, vino e facendo caciara ottusa come siamo soliti fare.

A Roma ci aspettano, ma non è mica colpa nostra se non c’è un cazzo di treno in orario. Pagha ha sete e ci incalza. Ila gira con un abitino a righe in bdc che neanche Crepax… Ci sono Lone Wolf, Lo-fi Boy e un po’ di partecipanti. Decidiamo chi dorme dove e andiamo: birrette speciali in un posto microscopico e imboscato ma con due frigo che son come due scrigni. Poi, siccome è presto, andiamo al paradiso del kebab. Beviamo mangiamo e cazzeggiamo, c’è anche Zanzo, io sono a posto, con Settebellezze seguiamo Angela, che non abita proprio lì vicino…

Alle due e mezza dormiamo, alle cinque ci svegliamo: la morte.

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Eccoci in piazza San Giovanni, una ventina di dissennati. Tra colazioni e bisognini partiamo alle sette. Si comincia. Le auto mi hanno già rotto il cazzo, ci suonano tutte anche quelle dall’altra parte della strada. Andiamo, andiamo forte, tutti. Sempre più caldo. Stradoni, stradoni e macchine, 100 Km dritti fino a Terracina.

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Mi fa male il culo, rimetto la sella dov’era (non è che l’avessi tolta, l’avevo solo alzata un po’). Anguria, birra, mozzarelle, sali. Ci si riunisce. Ci si separa, definitivamente… Ripartiamo. Si va a Sperlonga a fare il bagno, il paradiso: spiaggia, mare cristallino e un ruscello con acqua dolce e gelida; questo pezzo di costa è l’unico veramente bello di tutto il tracciato.

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Nel gruppo ci sono i cani al completo, io, Clava, Cello, GigiSabani, Pagha e Ilaria. Sì c’è anche Ventoinfaccia, è quello dietro non proprio contentissimo.. Poi ci sono Revo e MrHarp. Lone Wolf è scomparso come al solito. Dietro ci sono Lo-fi Boy, i due di AdessoPedala, le fie e tutti gli altri…

Il caldo adesso è fuoco, cerco di spegnerlo buttando acqua ovunque. Quando mancano ormai 50 Km a Napoli ci mangiamo un paio di mozzarelle in un caseificio. Qui ci riagganciano Lone Wolf, Pascal e Roland. Li salutiamo e ripartiamo, Lone Wolf ci segue. Ci si ferma spesso a prendere acqua, si vedono i segni della fatica. Io sto bene ma in effetti in questo ultimo tratto le mie energie spariranno completamente…

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Si aspetta la mitica salita prima di Napoli, a Pozzuoli arriva. Come previsto Clava, Cello e Pagha si ingarellano, vuoi non scannartela l’unica salita che c’è?! Poco importano i 200 e rotti Km di arrosto appena passati. Io salgo sereno salutando ad uno ad uno gli amici che mi precedevano convinto che subito dopo ci sarebbe stato l’arrivo trionfale e soprattutto in discesa verso Napoli. Non era così. Ancora 10 Km con saliscendi, ci volevano. Dicono vedi Napoli poi muori, io ci stavo già facendo un pensierino. Con Ilaria andiamo avanti, arriviamo a Napoli, rischio di morire nelle buche della “grotta” che porta in centro, a Castel dell’Ovo i tre ca(ni)mosci sono in relax sul lungo mare, poco dopo arriveranno anche Lone Wolf, UranUran, MrHarp e Revo. Tranne Revo a nessuno viene in mente di andare a Salerno, va bene così.

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Sono le cinque e mezza, prendo un mojito. A cena ci raggiungeranno anche Lo-fi Boy, Marzia e Evi. Gli altri sembra siano arrivati tutti ma purtroppo non li vediamo. La sera la passo a bere troppo vino bianco, a metà cena già sbiascico. Sto bene.

Il giorno dopo son bici nei sacchi della munnezza e intercity. Un pranzo da lacrime al testaccio grazie a quel buongustaio di Lone Wolf e poi treno verso Milano. Per non farci mancare nulla: Italo, punta di diamante del trasporto ferroviario nazionale di ferma subito a Roma Tiburtina. Arriva un altro treno, ci fanno scendere e cambiare. Conte aiuta una signora anziana con la sua valigia piena di pietre. Ripartiamo e viaggiamo con 65 min di ritardo. Arrivo previsto in Porta Garibaldi: 21:25; ultimo treno per casa da Centrale: 21:20.

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Già ragazzi, non è ancora finita. Anticipiamo, scendiamo a Rogoredo, anche l’Intercity per Centrale è in ritardo. Ci fiondiamo in metro. Arriva subito, viaggia. Alle 21:17 siamo in Stazione Centrale, saliamo tutte le scale dalla metro ai binari con le bici in mano, scansando in malo modo la gente, non abbiamo più fiato, stiamo morendo. Ma il treno c’è ancora, saliamo bestemmiando, tutti, tanto. Dopo 20 secondi il treno parte. Sudiamo copiosamente e beviamo le ultime birre di Lone Wolf. E’ fatta.

La calamita recita “Io non sono fesso, faccio il fesso per farti fesso”, DeRiso ha una pasticceria a Minori. A Zanzo non sfugge nulla. Topolino testa di ogiva.

 

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