Words by Ok Fede / Pictures by Cello & Ok Fede

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Difference in height and dirt roads, why not? And why not on a touring bike, maybe with 28c city tires on?
Proposals (invitations) must be accepted for what they are, without questioning, without reasoning; so when Cello told me about a few passes and valleys we would have crossed, I made a quick google search, saw they were amazing places and did not think about anything else, just that that sunday I would have been there. Well, he names them “gravel”, but I know he’s mocking.

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And so we’re Guido, Cello, Clava, Conte and myself in Tirano: 5 dickheads with 5 different bikes: awol with 2.1” tires, gravel bike, cx single speed, mtb hard tail, touring bike. We take it easy with cake and coffee, grocery shopping (twin bananas for everybody) before leaving towards Grosio and Eita.

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Pondering break before leaving the paved road and facing the unpaved.
Pondering breaks on the unpaved road. Which is steep. And unpaved (= rocky)
Verva Pass, welcomed by marmots at 2301m. Ritual metal picture. Sky is metal, too, but it’s not raining, yet.

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We go downhill along pastures and deep woods, pointing towards Arnoga and Val Viola. Now it’s raining a bit, and it’s soooooo metal. But the beauty of the weather is that it changes, therefore we ride the Val Viola ’til the hut of the same name under a proper sun. The road is wide and easy, lightly slope.
Once at the hut a family who barely speaks italian and a moka pot coffee await us.

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Crossing the pass is soooooo metal, and if there’s no portage it’s not a ride worth to be ridden. So we shoulder and push our bikes for about half an hour.

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After the pass we’re in Switzerland, and as usual everything looks nicer and greener. The descent in Val di Campo under the late afternoon sun, its lakes and forests, well it’s not really metal… maybe it’s more Grimm brothers and elf stories but it’s really a luxuriant nature and a magnificent landscape where it’s worth to come back. We descend technical single tracks, traces in the fields, larger trails and large gravel road bends between mountain pastures.

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The Val Poschiavo brings us back to Tirano for the ritual beer, right before the last train home, which is always soooooo metal.

 

 

Dislivello e sterrato, perchè no? e perchè no in bici da touring, magari con copertoni da città da 28c? Le proposte (gli inviti) van prese per quello che sono, senza troppe domande / senza troppo ragionarci sopra, così quando Cello mi ha detto alcuni dei passi e delle valli che avremmo affrontato ho fatto una rapida googlata, ho visto che erano posti da paura e non ho pensato ad altro. solo che quella domenica sarei stato lì. Poi lui la chiama gravel, ma so che sta scherzando. Così ci troviamo Guido Cello Clava Conte ed io a Tirano, 5 testecalde con 5 bici tutte diverse: awol con copertoni da 2.1”, gravel, cx singlespeed, mtb front e touring. Ce la prendiamo comoda con torte e caffè, un po’ di spesa (twinbananas per tutti) e ci lanciamo verso Grosio per poi salire a Eita. Pausa meditativa prima di mollare l’asfalto e affrontare lo sterrato. Pause meditative lungo lo sterrato. Che è pendente. E sterrato (sassoso). Passo di Verva accolti dalle marmotte a 2301m. Foto metal di rito. E’ un po’ metal anche il cielo, ma per ora non piove. Partiamo per la discesa prima lungo pascoli di quota poi nel bosco fitto, direzione Arnoga e poi Val Viola. Adesso un po’ piove, ed è così metal. Il bello del meteo è che cambia, così percorriamo la val Viola fino all’omonimo rifugio sotto un sole decente. La strada è ampia e ben percorribile, sempre con pendenze lievi. Al rifugio di fondovalle ci aspetta una famiglia che a malapena parla italiano e un cafferino fatto con la moka. Superare il passo è così metal, e se non fai bikeporting non è un’uscita degna di nota. Così spalliamo e spingiamo per una mezzoretta. Dopo il passo siamo in Svizzera, e come al solito tutto sembra più figo e più verde. La discesa nella Val di Campo con il sole del tardo pomeriggio, i suoi laghi e i suoi boschi, bè non è poi tanto metal… forse più fratelli Grimm e storie di elfi, ma è sicuramente una natura rigogliosa e un paesaggio spettacolare dove vale la pena tornare. Scendiamo singletrack tecnici, tracce nei pascoli, sentieri più ampi fino a veri e propri curvoni di strada gravel carreggiabile tra gli alpeggi. La Val Poschiavo ci riporta a Tirano per la rituale birra di fine pedalata, appena prima dell’ultimo treno verso casa, che è sempre così metal.

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